Bruno Gröning (1906-1959) – per il cui cognome talora è usato fuori dei Paesi di lingua tedesca anche lo spelling Groening – nasce il 31 maggio 1906 a Danzica. Due anni dopo avere conseguito la licenza elementare, deve interrompere gli studi a causa delle condizioni economiche della famiglia e dell’insorgere della Prima guerra mondiale. Lavora come muratore, carpentiere, elettricista, portuale e nello stesso tempo comincia a sperimentare doti di guaritore. Nel 1927 si sposa. Dal matrimonio nascono due figli, Harald (1931-1939) e Günter (1939-1949). Arruolato nell’esercito quando scoppia la Seconda guerra mondiale, è deferito al Tribunale di Guerra per le sue idee pacifiste ma infine accetta di combattere sul fronte russo, dove è fatto prigioniero. Liberato mentre nella Germania Est si stanno precisando i contorni del regime comunista decide di trasferirsi nella Germania Ovest, a Dillenburg. Qui muore il secondo figlio, anch’egli in giovane età come il primo. Gröning ne attribuisce una qualche colpa alla moglie, che – scettica sulle sue doti di guaritore – ha preferito affidarsi esclusivamente alla medicina ufficiale. La tragica scomparsa di Günter è così l’evento che spinge la coppia al divorzio, e Gröning a dedicarsi a tempo pieno all’attività di guaritore.

Dopo alcune guarigioni spettacolari a Herford (Renania – Westfalia) si stabilisce in questa città, dove attira migliaia di persone in cerca di sollievo dalle loro malattie. Del “fenomeno Gröning” si occupano i giornali e la radio, ma anche la comunità medica che lo denuncia per esercizio abusivo della medicina. Cercando di sfuggire alle polemiche il guaritore si trasferisce nell’agosto 1949 a Rosenheim, in Baviera. Anche qui si radunano grandi folle, e non pochi giornalisti, mentre l’atteggiamento delle autorità bavaresi sembra inizialmente più permissivo. Gröning commette però l’errore di affidarsi per la gestione di un’attività che coinvolge ormai decine di migliaia di persone a soci che sono interessati soltanto a sfruttarlo a fini di lucro, il che attira ancora una volta l’attenzione della giustizia. Nel 1951 e nel 1952, in primo grado e in appello, è assolto dai giudici di Monaco di Baviera che gli riconoscono la buona fede ma nello stesso tempo gli ingiungono di cessare la sua attività di guaritore che definiscono in effetti un esercizio non autorizzato della professione medica.

Dopo il processo Gröning modifica la sua attività presentandola come un insegnamento con caratteri sempre più marcatamente spirituali. Nel 1953 alcuni discepoli costituiscono l’Associazione Gröning, i cui rapporti con il guaritore saranno però tormentati. Nel 1955 Gröning è incriminato e rinviato a giudizio per omicidio colposo, accusato di avere promesso la guarigione dalla tubercolosi a una ragazza, Ruth Kuhfuss (1932-1950), distogliendola dalle cure mediche che forse avrebbero potuto salvarla. Al processo del 1956 è assolto in primo grado dall’accusa di omicidio, ma condannato a un’ammenda per esercizio abusivo della medicina. Dispute su chi debba sostenere le spese legali e pagare l’ammenda portano alla rottura finale con l’Associazione Gröning. In appello, nel 1958, il guaritore è condannato anche per omicidio colposo, ma gli sono riconosciute attenuanti e la pena (otto mesi di reclusione con la condizionale) è mite. Gröning, comprendendo che la sentenza rischia di segnare la fine della sua attività di guaritore, propone un ulteriore ricorso. Ma alla fine del 1958 gli è diagnosticato un cancro allo stomaco. Si reca a Parigi per due operazioni, la seconda delle quali gli è fatale. Muore il 26 febbraio 1959. Il suo corpo è cremato a Parigi e l’urna con le ceneri, per suo volere, è deposta nel cimitero di Dillenburg.

I discepoli più fedeli si raccolgono intorno a Grete Häusler (1922-2007) e si convincono che l’essenziale della missione di Gröning sta nel suo insegnamento spirituale, che permette a chi lo segue di ricevere l’energia guaritrice che emana da Dio e fluisce nel creato. Per riceverla, a chi si è preparato studiando gli insegnamenti di Gröning, è sufficiente sedersi a mani aperte, senza tenere le braccia conserte e senza accavallare le gambe, disponendosi ad accettare l’energia che è dono di Dio e cercando di rinunciare ai “pensieri di malattia”, nella convinzione che, nella sua sostanza, la malattia non è voluta da Dio e non è mai inguaribile. La guarigione così ricevuta non è solo fisica: è spirituale, e crea le premesse per una vita in armonia con gli altri, con il cosmo e con Dio. Grete Häusler insiste sul fatto che Bruno Gröning non ha fondato una religione. Tra i suoi discepoli ci sono persone di tutte le religioni e di nessuna. Anche se l’esperienza proposta è definita come “di fede”, a chi vi partecipa non è chiesto di abbandonare la propria religione, anzi è esortato a viverla con maggiore consapevolezza. Nonostante queste affermazioni, nelle Chiese e comunità cristiane tedesche si sono talora levate voci critiche che considerano gli insegnamenti di Gröning venati di panteismo e incompatibili con la fede cattolica o protestante.

Nel 1979 Grete Häusler crea il Circolo degli Amici di Bruno Gröning per dare una struttura giuridica ai gruppi informali sorti in numerose città europee. Ne fa parte anche un certo numero di medici, che considera l’insegnamento spirituale di Gröning un aiuto, e non un rivale, della scienza medica. Nel 2007 Grete muore e gli succede alla guida del Circolo il figlio, Dieter Häusler. Oggi il Circolo è diffuso in numerosi Paesi, con circa duemila gruppi locali nel mondo: i suoi membri s’incontrano ogni tre settimane per le “ore di comunità” e diffondono riviste, libri, DVD in diverse lingue. Proprio in quanto legata a un insegnamento spirituale originale, l’opera di Bruno Gröning rappresenta un raro caso di attività di un guaritore che trova una maggiore risonanza internazionale dopo la morte rispetto a quanta ne aveva avuta durante la sua vita.

B.: La Grete Häusler Verlag pubblica numeroso materiale su Bruno Gröning e il Circolo. In italiano si potrà partire dal libro di Grete Häusler, Bruno Gröning: Vivo, affinché l’umanità possa continuare a vivere, Grete Häusler Verlag, Mönchengladbach 2007.